Giustizia creativa: Il difensore riceve la notifica della decisione, ma l’udienza di discussione era fissata per il giorno successivo. : questo dovrebbe essere il titolo, che sostituisce quello indicato da Straface.
Esposto della Camera Penale di Bologna
ANM: giudici in buona fede, non vi è stata una concreta lesione del diritto di difesa.
E’ accaduto a Bologna:
La Procura impugna il provvedimento con il quale il GIP ha respinto l’istanza di custodia cautelare dell’imputato, cittadino straniero accusato di furto.
Il Tribunale del Riesame fissa l’udienza per la discussione dell’appello, nel rispetto del contraddittorio tra accusa e difesa, come prevede il codice di rito.
Il Tribunale del Riesame accoglie integralmente le ragioni della Procura ed ordina la misura della custodia cautelare per l’imputato; pena sospesa per l’eventuale ricorso in Cassazione.
Il provvedimento, regolarmente sottoscritto dal Giudice relatore e dal Presidente del Collegio viene però notificato al difensore a mezzo PEC il giorno precedente a quello in cui si sarebbe tenuta l’udienza per la discussione dell’impugnazione, con buona pace del diritto di difesa e al contraddittorio.
Il caso è esploso a seguito della segnalazione della Camera penale di Bologna, che ne ha fatto oggetto di un esposto indirizzato al ministro della Giustizia, al procuratore generale presso la Corte di Cassazione, al Csm, al procuratore generale di Bologna e al presidente del Tribunale, ribadendo “come i principi basilari del sistema processuale penale non possano essere aggirati con macroscopiche violazioni del diritto di difesa, ignorando il principio dell’oralità, del contraddittorio e della collegialità delle decisioni necessari, a maggior ragione, in fase cautelare’.
Singolare la risposta della sezione emiliana di ANM, che afferma: «Non c’è alcun elemento che possa mettere in dubbio la buonafede dei magistrati coinvolti». E aggiunge che il diritto di difesa «in concreto» non avrebbe subìto «né danni né limitazioni».
Fatto sta che la decisione era già stata presa. E l’avvocato, la mattina dopo, sarebbe andato lì a esporre le ragioni dell’indagato inutilmente.
Analogo “incidente”, qualche tempo fa a Padova, allorché il Giudice iniziò la lettura del dispositivo della sentenza senza dare la parola ai difensori per le arringhe conclusive.
Il presente articolo è riportato al fine di promuovere una discussione