APPALTI: Codice appalti verso il tagliando

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TRATTO DA: IL SOLE 24 ORE

Contratti pubblici. A sei mesi dall’entrata in vigore del Dlgs 50 varati 6 provvedimenti attuativi su 56
Codice appalti verso il tagliando

ROMA. Anticipare il primo tagliando al codice appalti. È l’ipotesi che sta prendendo forma inquesti giorni per rispondere da subito alle criticità evidenziate nella prima fase di attuazione del Dlgs 50/2016, che proprio oggi chiude i primi sei mesi di operatività.
Le audizioni avviate dal Parlamento per testare l’impatto delle nuove regole sul mercato hanno messo in luce alcune emergenze che potrebbero spingere il Governo a intervenire con le prime correzioni entro la fine dell’anno, senza aspettare la scadenza (massima) del 19 aprile per esercitare la delega (prevista dalla legge 11/2016) a correggere in corsa il codice.
Ancora da sciogliere la forma che prenderanno queste correzioni. Una prima idea sarebbe quella di lavorare da subito al decreto correttivo, anticipandone il varo entro fine anno. L’altra ipotesi – più concreta per una questione di tempi, ma anche meno coerente con il percorso immaginato finora – è quella di procedere con una serie di modifiche spot (magari da inserire in uno dei decreti in conversione oppure nella legge di Bilancio), lasciando al provvedimento da varare entro aprile il compito di un ripensamento più organico. Sulla decisione finale peserà anche il parere del Parlamento che dovrebbe completare nel giro di un paio di settimane la sua consultazione.
Qualche certezza in più c’è, invece, sul merito degli interventi da anticipare alla prima occasione. In prima fila c’è la marcia indietro sul periodo di riferimento utile per la dimostrazione dei requisiti di qualificazione delle imprese. Il nuovo codice dimezza da 10 a 5 anni la forbice entro la quale pescare i lavori eseguiti di maggior valore. Il rischio è quello di mandare fuori mercato migliaia di imprese. Di qui la scelta di ripristinare il bonus decennale. Un altro intervento potrebbe arrivare sui criteri di aggiudicazione delle gara, ritoccando al rialzo il tetto massimo per l’assegnazione degli appalti al massimo ribasso (ora fissato a un milione di euro), venendo incontro alle reiterate richieste di enti locali e imprese. Si porta dietro più dubbi (insieme alla contrarietà dell’Anac) la possibilità di intervenire sulla disciplina del subappalto, rivedendo le norme che lasciano alle stazioni appaltanti la facoltà di decidere di volta in volta se ammettere o meno i subaffidamenti e che obbligano i costruttori a indicare con l’offerta una terna di imprese da chiamare per i subappalti.
A sei mesi dall’entrata in vigore, il nuovo codice è peraltro ancora lontano dall’essere attuato per intero. Solo sei sui 56 provvedimenti attuativi nascosti tra le pieghe del 220 articoli del Dlgs 50 sono arrivati al traguardo finale. Mentre sono già stati abbondantemente superati i termini di approvazione di altri 17 provvedimenti (si sale a 21 se si considerano anche i 4 in scadenza oggi) che avrebbero dovuto essere varati entro l’estate, in modo da abbreviare al minimo indispensabile la fase di transizione tra il vecchio e il nuovo sistema.
Tra i provvedimenti arrivati al traguardo, due sono linee guida varate dall’Anac (offerta più vantaggiosa e incarichi di progettazione). L’Authority è pronta a licenziare a breve anche i “manuali” sul Rup e sui commissari di gara.
Al ministero delle Infrastrutture hanno cominciato a lavorare prima dell’estate ai 23 provvedimenti attuativi che il nuovo codice intesta a Porta Pia. Per ora il lavoro dei tecnici ha fruttato la messa a punto di una decina di provvedimenti. Tra questi, il decreto che disegna il nuovo sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti, appena inviato a Palazzo Chigi. A fine percorso anche il provvedimento con i nuovi livelli di progettazione delle opere pubbliche, strategico per i professionisti, oltre che per le Pa.Allo stesso modo, entro fine anno dovrebbe arrivare anche il decreto sull’utilizzo del Bim: darà un primo calendario alla sperimentazione delle nuove tecnologie digitali nei cantieri del nostro paese.

SCRITTO DA: Giuseppe Latour Mauro Salerno