LA LETTURA DEGLI SMS DAL CELLULARE DEL CONIUGE INFEDELE

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“In un contesto di coabitazione e di condivisione di spazi e strumenti di uso comune quale quello familiare, la possibilità di entrare in contatto con dati personali del coniuge sia evenienza non infrequente, che non si traduce necessariamente in una illecita acquisizione  di dati (1).”

Il caso in esame è quello di un Giudizio di separazione, promosso dal marito, con richiesta di addebito alla moglie per violazione dell’obbligo di fedeltà. La moglie si costituiva chiedendo a sua volta che fosse addebitata la separazione al marito per la perdurante violazione degli obblighi di assistenza e mantenimento posti in essere dal marito, sostenendo che la relazione si era deteriorata già da molto tempo a causa del comportamento dispotico del marito. Quindi, la resistente chiedeva la corresponsione di un assegno mensile di € 750,00, ed un assegno perequativo di uguale importo per le necessità del figlio maggiorenne ma non ancora autosufficiente, oltre all’assegnazione della casa familiare. A sostegno della domanda di addebito per violazione dell’obbligo di fedeltà, il ricorrente produceva una serie di SMS estratti dal cellulare della moglie dai quali si evinceva che la moglie aveva indiscutibilmente una relazione adulterina con un altro uomo. La moglie sosteneva l’inutilizzabilità degli SMS poiché acquisiti in violazione della sua propria “privacy”.

Al riguardo il Tribunale ha sostanzialmente riconosciuto che il contesto di coabitazione inevitabilmente implica l’affievolimento della sfera di riservatezza di ciascun coniuge; di conseguenza, non può ritenersi illecita la scoperta causale del contenuto degli SMS dal telefono del coniuge, lasciato incustodito in uno spazio comune dell’abitazione.

Nessuna prova, invece, veniva fornita in relazione al fatto che fosse incorso una crisi coniugale, anzi, le risultanze probatorie dimostravano il contrario. Il Giudizio, quindi, accertava come unica causa della separazione l’infedeltà coniugale della moglie, nei cui confronti veniva addebitata la separazione. Come conseguenza dell’ampliamento delle possibilità di comunicazione attraverso la rete, sono aumentate le cause civili, le cui fonti di prova sono costituite da messaggi estratti dagli smartphon.

 

1 Tribunale civile di Roma, Sez. I, Sent. 30.3.2016

SCRITTO DA: Avv. Giuseppe LIBUTTI

 

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