Da: “IL CORRIERE DELLA SERA”
Giudice tributaria e affitti in contanti
Milano, nel 2009 si difese così e fu assolta: ora è riammessa in ruolo
Aveva dato le dimissioni dalla magistratura per una vicenda di affitti in contanti, ora Maria Rosaria Grossi è rientrata come giudice tributario a Milano: valuterà le accuse contro gli evasori fiscali.
MILANO. Potrà capitare a chi sia accusato in sede fiscale di aver evaso le tasse: essere processato in Commissione tributaria a Milano dalla giudice fallimentare che si faceva pagare in contanti i canoni delle case che dava in affitto.
Quando nel 2009 era stata indagata e sospesa dal gip di Brescia (e poi dal Csm sospesa dalle funzioni e dallo stipendio) con l`accusa di aver assegnato
in maniera arbitraria incarichi professionali e compensi abnormi nel suo ruolo di giudice del Tribunale fallimentare di Milano, per difendersi nel processo penale la giudice Maria Rosaria Grossi aveva tra l`altro sviluppato
questa difesa: e cioè che i 10.000 euro in contanti affidati ogni mese alla sorella di un avvocato, al quale aveva conferito incarichi professionali, non
fossero l`eco patrimoniale delle iniziali ipotesi di reato di abuso d`ufficio e tentata concussione (o di intestazione fittizia poi in Appello), ma pigioni
incassate in contanti – non «in nero», distingueva lei dall`affitto di propri immobili.
Somme che comunque non avrebbero superato la soglia penale di imposta evasa. La tesi, assistita da dichiarazioni di alcuni condomini, era
stata accolta dalle archiviazioni e assoluzioni che poi, in un`altalena di annullamenti e di esiti favorevoli, infine avevano visto Grossi uscire indenne
grazie alla difesa tecnica del professor Angelo Giarda e dell`avvocato Luca Lauri: anche se proprio l`assoluzione firmata nel 2012 dal giudice Roberto
Spanò additava il «clamoroso e al tempo stesso maccheronico episodio» di «inquinamento probatorio (quantomeno con riferimento ai reati di natura
fiscale)» consistente nell`«episodio di subornazione compiuto da Grossi nel 2009 nei confronti della testimone» sorella dell`avvocato, «con la
quale aveva concordato un`artificiosa linea difensiva che evitasse a entrambe l`incriminazione per riciclaggio».
Rimaneva il versante disciplinare davanti al Consiglio superiore della magistratura, al quale le assoluzioni penali consegnavano comunque «un
contesto generalizzato di comportamenti e provvedimenti finalizzato a favorire alcuni professionisti a lei vicini e a danneggiarne altri con i quali
aveva ragioni di contrasto»: ma il Csm si era dovuto fermare una volta che Grossi aveva dato le dimissioni da magistrato ordinario. Le aveva date
anche da giudice tributario, salvo poi chiederne la revoca: e il Consiglio di presidenza della giustizia tributaria (l`equivalente del Csm per i giudici tributari) ha ritenuto di dover prendere atto dell`assenza di condanne penali o disciplinari, ordinando il 6 luglio alla Commissione provinciale milanese di riammettere Grossi come giudice tributario, IX sezione, udienze del lunedì. E la storia degli affitti in contanti?
«Su taluni profili delle dichiarazioni di Grossi – dicono al Consiglio di presidenza – in giugno abbiamo richiesto ai due titolari dell`azione disciplinare se intendano avviarla».
Nella giustizia tributaria i titolari dell`azione disciplinare sono la presidenza del Consiglio o il presidente della Commissione regionale.
Scritto da: Luigi Ferrarella