IL SOLE 24 ORE
Proprietà intellettuale. Il Senato ha ratificato l’intesa sulla sede giurisdizionale, presto il testo in «Gazzetta»
Brevetti, sì al Tribunale della Ue
MILANO. L’Italia entra – in via definitiva – nel perimetro del Tribunale unificato dei brevetti. Martedì sera, il Senato ha definitivamente approvato (con 161 favorevoli, 30 contrari e 7 astenuti) – ma non ancora pubblicato – la ratifica e l’esecuzione dell’Accordo sul tribunale unificato dei brevetti. La ratifica entrerà in vigore il giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
L’Italia diventà così il 12° Paese a ratificare l’istituzione del Tribunale sovranazionale che, quando entrerà in vigore, avrà competenza esclusiva su tutte le cause di contraffazione, sia sui brevetti europei (cioè quelli depositati in specifici Stati membri scelti dal titolare) sia sui nuovi brevetti unitari, cioè quelli che attraverso un’unica procedura saranno automaticamente validi in tutto il perimentro Ue e negli Stati (ad esempio, la Svizzera) che aderiscono allo European Patent Office.
E qui sta il punto. Quando entrerà in vigore? Per poter partire, il tribunale unificato deve essere ratificato da 13 Paesi europei, tra cui quelli con più brevetti nell’anno in cui fu sottoscritto, cioè Germania, Francia e Regno Unito e che sono anche le sedi principali delle Corti di prima istanza (sede centrale a Parigi e sezioni a Londra e Monaco).
«Berlino – ha sottolineato Gualtiero Dragotti, partner Dla Piper e vice presidente del Gruppo Italiano di Aippi (l’Associazione Internazionale per la Protezione della Proprietà Intellettuale) – ratificherà quando ci saranno le condizioni minime per partire. Il nodo è ovviamente Londra, che se con la Brexit uscirà dalla Ue non potrà più essere sede. Ma la procedura di “uscita” non è iniziata e,la Gran Bretagna potrebbe ancora ratificare l’accordo, facendo partire il tutto ad inizio 2017». I sostenitori di Tribunale unificato e brevetto Ue hanno fretta e premono. A Londra sembra prevalere la linea della ratifica. Anche per avere una “freccia” in più al proprio arco quando si andrà a negoziare.
In ogni caso, da tempo Milano si è candidata per sostituire Londra e ospitare la sezione concepita per dirimere il contenzioso farmaceutico. Questo perchè l’Italia – nel 2012-2013 – era il quarto Paese per brevetti depositati, tallonata dai Paesi Bassi (tanto che anche L’Aia preme per subentrare).
Intanto, Milano è pronta ad ospitare almeno una delle sedi regionali. Cosa che può avere a un vantaggio: discutere la causa, almeno in primo grado, anche in italiano (senza dover per forza adottare inglese, francese o tedesco).
Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha, infatti, individuato in via San Barnaba 50, a Milano, lo stabile dove collocare la sede da destinare al tribunale unificato. «L’edificio – si legge in una nota della Giustizia – già impiegato per finalità giudiziarie, risponde perfettamente alla necessità di porre le basi per un rapporto di collaborazione tra il nascente organismo internazionale e gli uffici giudiziari stessi».
Struttura e dimensioni dello stabile consentono – si legge ancora nella nota – «di far fronte alle eventuali richieste di ampliamento che dovessero rendersi necessarie, per effetto dell’intensificarsi delle attività del nuovo organismo locale». Ovvero, se Milano dovesse subentrare a Londra, gli spazi sono pronti. E anche gli stanziamenti: oltre 600mila euro per il 2017 e oltre 700mila dal 2018. Laura Cavestri