TRATTO DA ANAI
Il diritto, scrive Salvatore Satta nel Giorno del giudizio, è terribile come la vita. il suo regno è la realtà dei conflitti e della necessita di mediarli, mentre i (rari) rapporti puramente umani – l’amicizia, l’amore – non hanno bisogno di codici, giudizi, avvocati e prigioni. Il diritto è terribile perché ha a che fare non solo con le debolezze, ma soprattutto con le bassezze dell’uomo. Terribile è soprattutto il diritto civile, costretto spesso a confrontarsi con le più grette e feroci meschinità degli uomini, figli che lasciano crepare genitori per quattro soldi, fratelli che si dilaniano per un possesso o un’eredità miserabile – basta leggere Balzac.
Di per sé la legge tutela l’individuo contro la violenza e altri danni che qualcuno più forte può arrecare alla sua persona – ma tutela ovviamente la società e il suo ordine costituito, anche quando esso appare ingiusto, ad esempio discrimina categorie sociali indifese, codifica diseguaglianze e addirittura esclusioni e persecuzioni, come ad esempio le leggi razziali.
Una conquista fondamentale e recente è il cosiddetto «diritto dei deboli», a tutela degli individui che hanno difficoltà a far valere le loro esigenze e i loro diritti, a ottenere ciò di cui hanno bisogno e che loro spetta. Un protagonista di questa estensi ne della civiltà e dell’umanità è Paolo Cendon. (Claudio Magris).